Negli ultimi anni, il termine “storytelling” sembra andare particolarmente di moda. Con esso si intende, nell’ambito della comunicazione, la capacità di creare una storia attorno a un prodotto o a un brand al fine di facilitare le vendite. In realtà, questo tipo di comunicazione, storytelling o il racconto di una storia, esiste da sempre, ma oggi, grazie anche ai social network, è possibile sfruttarlo ancor più di prima e si sposa perfettamente con le esigenze dei consumatori che non vogliono più acquistare solo un prodotto, ma una vera e propria esperienza.
Nello storytellling la storia può essere costruita attorno al prodotto oppure attorno al produttore, come nei casi famosi della famiglia della mulino Bianco o di Giovanni Rana.
La storia, per avere successo, deve essere in grado di trasformare chi la legge/ascolta, di ispirare i consumatori. L’ispirazione può essere data dal piccolo produttore dallo chef che si racconta giorno per giorno, condividendo il dietro le quinte del suo lavoro, così come da una storia costruita attorno al prodotto stesso.
Storytelling: dal racconto al video
Ci sono esempi più strutturati di storytelling come strumenti di marketing. È il caso del cortometraggio ideato per celebrare il lancio del marchio di pasta Grano Armando dal titolo “Il sogno di Armando”, in cui si gioca sulla metafora dei campi di grano visti come un mare ondeggiante da un bambino di nome armando (Armando De Matteis, presidente del pastificio De Matteis che produce il marchio).
Assieme al cortometraggio, per sostenere lo storytelling è stata adottata una strategia digitale volta a valorizzare il cortometraggio stesso: tra gli strumenti impiegati vi è stata la realizzazione di un sito ad hoc (www.granoarmando.it) che comprende, tra le altre, la sezione “Vivi il sogno degli agricoltori”, in cui alcuni degli agricoltori che hanno aderito al patto di filiera alla base del marchio si presentano.
Nel sito vi anche una sezione “Vivi il tuo sogno” con un feed dei vari post pubblicati sui social media da consumatori, blogger e non, e dedicati al marchio. Rendendo, in questo modo, gli stessi spettatori co-protagonisti della storia, o, come lo abbiamo chiamato, dello storytelling.